Pilichittos a gaddaredda

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Pilichittos a gaddaredda

 

Questa è una di quelle ricette di una volta, che non ha dosi prestabilite; la cuoca misurava le dosi “a occhio”,” a ocru”.La ricetta è molto antica e si tramandava di madre in figlia. Non mancano mai in occasione del carnevale, invece nel meridione d’Italia dolci molto simili si preparavano per Natale. I Pilichittos a gaddaredda, chiamati anche semplicemente pilichitteddos sono una ricetta caratteristica anche per il nome, infatti sono costituiti da piccole palline di pasta profumate, fritte, grandi come un cece o meglio come dice il nome sardo grandi come la cacca delle pecore. Gaddara, nel dialetto di Gavoi, è la cacca di pecora.E’ un dolce povero, che sostituisce le mandorle della più aristocratica “Aranzada” o cunfettura , che veniva preparata per i matrimoni, con la pasta meno costosa. Le palline, tenute insieme da zucchero e miele profumati da buccia d’arancia grattugiata. Sono belli da vedere e ottimi da mangiare. Vi consiglio di provare con metà dose.

Ingredienti:

1 kg. di semola fine,
10 uova,
100  gr di strutto,
un pizzico di sale,
scorza grattugiata di un’arancia,
1 bicchierino di acquavite
olio per friggere,

Preparazione:

Impastare la semola con le uova necessarie per ottenere un impasto consistente (senza aggiungere acqua).

Unire il bicchierino di acquavite.

Aggiungere la buccia grattugiata.

Lavorare accuratamente l’impasto, se dovesse risultare troppo duro ungerlo con un poco d’ acqua tiepida.

Continuare a lavorare, finché l’impasto diventa liscio e compatto.

Aggiungere lo strutto (pasta violada) .

Continuare a lavorare finché il grasso viene assorbito e la pasta è ben asciutta.

Quando fa le bolle, l’impasto è pronto.

Coprirlo con pellicola da cucina e lasciare riposare almeno per mezzora.

Fare dei bastoncini lunghi e sottili e tagliarli a tocchetti della grandezza di un cece.

Friggerli in olio caldo, scolarli quando diventano dorati e metterli ad asciugare su carta assorbente.

 

Variante:

Lasciare riposare per alcune ore, anche per una notte prima di unire lo strutto o il grasso scelto.

Dopo il riposo riprendere l’impasto e continuare a lavorare: se l’impasto si è ammorbidito, aggiungere un po’ di fatina 00.

Aggiungere il grasso.

 

Ingredienti per la glassatura:

300 g. di zucchero,
400 g. di miele.
1 bustina di vanillina

 

Glassatura:

In un recipiente di acciaio o di alluminio fondere a fuoco basso, miele e zucchero in parti uguali

Quando “ fila” mettere i dadini di pasta, girare con un cucchiaio di legno, aggiungendone finché tutti  sono ben impregnati di liquido e non c’è più liquido nel fondo del recipiente.

Per vedere se sono pronti si può mettere un cucchiaio di gaddaredda in un recipiente pieno d’acqua, se i dadini rimangono attaccati sono pronti.

Metterli in un tavolo di legno, stenderli, aiutandosi con un mattarello, in una sfoglia e, appena sono un po’ freddi, tagliarli a rombi.

Conservarli ben chiusi in barattoli di vetro o in scatole di latta

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